giovedì 5 novembre 2009

Chiuso per riflessione

E' tempo di voltare pagina. Chiudo PER RIFLESSIONE, parto per il Giappone e quando torno inizierò un milione di cose nuove. Bisogna azzerare, resettare tutto per ripartire alla grande. E stupirsi, emozionarsi. Ogni mattina quando ci si sveglia, ogni sera dopo un tenero bacio della buona notte.

Per i miei tre lettori, mi trovate qui: www.giridiparole.it .

Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. (E.M.)

NUOVO BLOG: www.giridiparole.it

giovedì 22 ottobre 2009

Turning Leaves

Non sono abituato a stare fermo nello stesso posto. Forse è per questo che negli ultimi tempi mi sento a disagio. Un conto è fermarsi quando sei partito o appena sei tornato. Un conto è fermarsi e basta. Non vedo l'ora di rifare la valigia e provare quel filo di nostalgia che ti riporta serenamente a casa. La prossima tappa è Tokyo. E poi Kyoto, con un compagno di viaggio che non conosco bene (abbiamo fatto insieme un altro viaggio stampa per l'Oktoberfest) ma che mi ispira fiducia e simpatia. Parto con una nuova amica: la Canon Eos 500d. Per immortalare le turning leaves a Nara e a Kyoto. Ci accompagna una ragazza giapponese. Avremo quindi la fortuna di capire un po' di più. L'altra volta il Giappone proprio non l'ho capito. Questa volta mi sposterò dalla capitale: avrò modo di gustarne un pezzettino in più. Dopo il Giappone, le feste, Roma e poi un viaggio a Tunisi con la famiglia. Sì, viaggiare...

lunedì 5 ottobre 2009

Bisogno di punteggiatura

Muoio dalla voglia di fumare una sigaretta. Non fumo dalle vacanze estive. E' da stupidi riaccenderla; il gesto già non mi appartiene più. Il fumo ha il potere di colmare i vuoti, di riempire le attese caricandole di speranze. L'ultima sigaretta che ho fumato l'ho bruciata di notte sul balcone al ritorno di Fuerteventura con una grappa invecchiata. Se chiudo gli occhi sento ancora il sapore, la nostalgia che ho provato sapendo che era l'ultima. Chi non ha mai fumato non potrà mai capire cosa vuol dire spegnere intenzionalmente l'ultima sigaretta. E' autoinfliggersi una pena inaudita, pensare che l'aperitivo non avrà più senso, che la cena di Natale non la digerirai mai, che gli addii finiranno sempre senza il sospirato the end. Vivere senza punteggiatura è difficile, soprattutto quando hai bisogno di pause, e di momenti tutti per te.

venerdì 2 ottobre 2009

Oggi

Non so se avete mai provato lo shiatsu. Per me è un modo per rallentare i pensieri, sbloccare i nervi, spegnermi per qualche istante prima di ricominciare a correre. Mi sono preso il lusso di qualche giorno di pace per capire se lo shiatsu è l'unica via per non bruciare la vita come una sigaretta. Oggi mi farebbe bene tornare indietro di almeno una quindicina d'anni per fare due chiacchiere con quei pazzi furiosi che hanno popolato la mia vita universitaria, quelli che si emozianavano leggendo Zarathustra, che passavano la giornata felici e consapevoli di non avere fatto nulla di concreto. Pare che non sia più possibile; anche il superuomo moderno è costretto a smettere la sua danza di spirito libero per rispondere al blackberry...

martedì 29 settembre 2009

Bentornato!

E' ora di riprendere in mano questo blog e di farlo con una birra ghiacciata in mano. 20 anni fa mi sono fatto rimandare in biologia. La professoressa dei terremoti e degli insetti era talmente sgradevole che ho preferito non rivolgerle la parola fino al giorno dell'esame di riparazione. E sono rimasto la stessa persona. Uguale. Ho aperto una Beck's in ufficio (sono in pausa pranzo, quindi nessuno mi può licenziare) per gustarmi questo momento di liberazione. Non ho mai voluto la semplicità; mi è sempre piaciuto essere un attaccabrighe in cerca di soddisfazioni. A scuola, nella vita, all'università, nel lavoro, nei rapporti con chi mi vuole bene. E più le brighe erano grosse più me la sono cavata bene. Con la mia "inutile" laurea in filosofia, la precoce e sudata indipendenza, la folle ambizione da giornalista nel periodo della crisi dei giornali, i mille viaggi che non mi hanno lasciato respiro. I mezzi toni fanno parte della vita; solo gli stupidi non li sanno accettare. Ma solo i più idioti rinunciano a vedere i colori brillanti per una comoda, ma insensata, futile e mediocre esistenza. Quando mi hanno rimandato in biologia 20 anni fa sono scappato a Roma; oggi sono qui e non voglio deludere quel quindicenne che mai e poi mai nella vita si sarebbe accontentato. E che mai e poi mai avrebbe scelto un facile pop che ripete un ritornello sempre uguale. Non fumo più, peccato. Ma il resto sembra fottutamente uguale. Again and again and again...

venerdì 14 agosto 2009

Ultime due ore di lavoro


Ultime due ore di lavoro. Prima Roma, a trovare la famiglia, poi finalmente potrò togliermi le scarpe e oziare. Mi attendono la spiaggia e l'Oceano. Il sole e le onde. Un buon libro e qualche Mojito di troppo con la scusa di non dovere guidare. Buona estate a tutti!

lunedì 20 luglio 2009

Mela in agrodolce

Manhattan riesce sempre a stupirti. Anche se ci sei stato dieci, venti, trenta volte. Il cuore della Grande Mela ha un sapore agrodolce. Un bipolarismo perfetto tra vetrine di lusso, viste mozzafiato e tombini puzzolenti, barboni che dormono sulle fontane del Lincoln Center. Questo equilibrio crudele la rende unica. Non ti fa annoiare, ti fa scoprire ogni volta un pizzico di verità in più. Quando ti sei abituato ai grattacieli e alla monotonia della Quinta Strada basta prendere un taxi e in dieci minuti ti trovi in Europa, al Greenwich Village. Se ti manca l'aria ci sono gli alberi con gli scoiattoli a Central Park. Se vuoi leggere un libro lo puoi fare davanti al panorama Alleniano per eccellenza sulle panchine della Brooklyn Heights Promenade. E non è mai tutto bianco o tutto nero: ci sono un'infinità di imperfezioni che ti fanno spingere l'acceleratore fino a consumare le scarpe prima di andare a dormire. Sul fronte cibo Manhattan è un'orgia per i sensi. Alcuni indirizzi non li manco mai. Come il Pearl Oyster Bar per il panino all'aragosta (il lobster roll servito con patatine fritte sottilissime croccanti), il Dawat per l'indiano di altissima qualità, Jackson Hole per gli hamburger giganteschi pieni di qualsiasi porcheria, il Magnolia per la perfetta cupcake da 2 milioni di calorie... Ogni volta che arrivo a Manhattan mi viene la pelle d'oca...dopo due/tre giorni incomincio a avvertire un disagio per la confusione, la mancanza dello spirito europeo... finchè non riparto. Ed è già nostalgia. Già caccia dei luoghi del ricordo nei film.